I componenti chiave per implementare l’Apprendimento Capovolto individuale nella propria realtà di insegnamento sono cinque: fissare gli obiettivi: stabilire e comunicare con chiarezza ai discenti quali sono gli obiettivi di apprendimento, determinando ciò che a fine percorso dovranno sapere e saper fare, in base sia alle indicazioni nazionali date dal ministero sia al proprio giudizio professionale; programmare il corso: stabilire, a partire dagli obiettivi da raggiungere, quali argomenti della materia trattare con la tecnica espositiva e la trasmissione diretta e quali obiettivi raggiungere coinvolgendo i discenti con tecniche attive (laboratori, ricerche etc.); creare apposite video-lezioni per l’esposizione dei contenuti o rintracciare in internet video-lezioni già pronte; assicurare a tutti l’accesso ai materiali, video o altri che siano, di cui è prevista la fruizione, compresi coloro che a casa non dovessero avere né connessione a internet, né disponibilità di un computer; programmare il tempo in aula: prevedere una serie di esercitazioni, laboratori, ricerche e attività da svolgere in aula che coinvolgano gli studenti, offrano nuovi spunti di riflessione e permettano di approfondire la comprensione dei temi trattati; creare un appropriato sistema di valutazione, costituito da prove diversificate per permettere ai discenti di dimostrare di volta in volta la padronanza degli obiettivi di apprendimento, prima di procedere oltre nello studio. Il modello del mastery learning integrato con le strategie dell’Apprendimento Capovolto è preferibile rispetto ai tradizionali modelli di insegnamento perché aumenta il tempo di interazione e colloquio a tu per tu col docente e con gli altri discenti e perché assicura il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti.
Gli studenti si assumono la responsabilità del proprio personale apprendimento. Imparare non è più una imposizione esterna, ma una scelta individuale e comporta di accettare di affrontare una sfida. Ciascuno è consapevole degli obiettivi, per raggiungere i quali ha compiti da svolgere ben precisi, e questo li motivata a studiare, per acquisire le conoscenze e competenze indispensabili a progredire nelle attività. Nella fase iniziale è importante che il docente spieghi a tutti come guardare i video e usare efficacemente i tasti di pausa e riavvolgimento per capire meglio o soffermarsi a prendere appunti o fare riassunti, nel lavoro a casa. Il docente può richiedere ai discenti di presentarsi in aula il giorno dopo con almeno una domanda significativa sul video a testa per la quale non conoscono la risposta.
Saper prendere appunti è una abilità molto importante da acquisire fin da subito per il lavoro a casa, perché permette di selezionare, registrare, schematizzare e memorizzare informazioni rilevanti per l’apprendimento. Tra le tecniche più efficaci ricordiamo le mappe mentali, quelle particolari rappresentazioni grafiche gerarchico-associative delle idee, inventate dal cognitivista inglese Tony Buzan prevalentemente come strumento utile alla memorizzazione dei concetti e all'annotazione in chiave personale.
Ma oltre che come strumento di aiuto mnemonico, sono utili per l’apprendimento, la pianificazione, il problem solving e la razionalizzazione dei concetti che si stanno studiando. Si collegano le idee in una sequenza che non è quella delle pagine del libro di testo o quella dei fotogrammi di una clip, ma segue una logica alternativa, basata sull’associazione mentale. Le mappe mentali fanno leva soprattutto sulle capacità creative, sulle risorse mentali inconsce, sui processi che spontaneamente ristrutturano le informazioni e che ogni volta lasciano aperta più di una chiave interpretativa. Le mappe mentali hanno anche uno scopo collettivo e sono utili nei gruppi a raccogliere idee e informazioni non ordinate a supporto del brainstorming.
Nelle mappe mentali si usano parole chiave, immagini e colori ed hanno solitamente geometria radiale: all'elemento centrale si collegano elementi di primo livello, ciascuno dei quali può essere collegato con elementi di secondo livello e così via. Sono possibili anche altre forme di connessione, come quella a spina di pesce o ad albero. [img: es. di mappa mentale] Un’altra tecnica efficace e versatile, da applicare insieme alla creazione di mappe mentali, è il Metodo Cornell, anche noto come Metodo 6R, elaborato nel 1989 da un docente nell’Università di Cornell, Walter Pauk. Alla base del metodo c’è l’utilizzo di fogli, preferibilmente mobili e di grandi dimensioni, suddivisi in tre aree: una ampia colonna per la prima stesura degli appunti, nella quale vengono organizzati i contenuti, non certo scrivendo il discorso parola per parola ma appuntando termini significativi e frasi incisive, collegati con frecce e segni grafici; una colonna verticale più stretta, a sinistra dell’area principale, per la successiva rielaborazione, risistemazione e sintesi degli appunti presi; uno spazio a tutta larghezza a fondo pagina, per ulteriori aggiunte, note, osservazioni, riferimenti, collegamenti etc. [img: es. di foglio di lavoro Metodo Cornell] Il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento per ogni discente deve essere l’unico vero traguardo di ogni corso e il docente dovrebbe poter prescindere da come il discente arrivi al risultato. Non per tutti gli studenti vedere dei video è il sistema più efficace per apprendere i contenuti: alcuni preferiscono usare il libro di testo, o reperire altre fonti nel web. In realtà una cosa non esclude l’altra: il bello di questo modello è che consegna agli studenti la possibilità, ma anche la responsabilità di spaziare, consapevolmente e sotto la guida del docente, tra molteplici diverse fonti di contenuti didattici, digitali e non.
Allo stesso modo, anche le prove di verifica a cui i discenti vengono sottoposti per dimostrare il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento devono essere diversificate per dare la possibilità a ciascun discente di esprimersi al meglio delle proprie possibilità : esami, test al computer, prove scritte e orali, ma anche realizzazione di altri tipi di elaborati come presentazioni e videoclip e qualunque altro sistema la creatività di docenti e discenti saprà partorire. La valutazione viene svolta principalmente in tempo reale e in modo informale dal docente, a tu per tu con ciascuno studente o in piccoli gruppi. Questo sistema di valutazione permette agli studenti di avere in maniera costante, istantanea e diretta feedback sul lavoro in corso di svolgimento o ultimato, e quindi di correggere eventuali errori, di capire come recuperare un fallimento del primo tentativo o invece avere il via libera per procedere alla lezione successiva. Il confronto col docente permette di non perdere mai di vista la visione di insieme di quanto si sta facendo, perché gli obiettivi raggiunti ad ogni livello si collocano nel contesto più ampio delle competenze da apprendere a fine corso.
Un insegnamento efficace non può prescindere dal riuscire a stabilire una sana relazione tra allievo e insegnante. Il primo ha bisogno di vedere l’insegnante come mentore e guida più che come esperto in cattedra. I docenti dal canto loro preferiscono considerare i propri allievi non come esseri indifesi da imboccare, ma come individui che necessitano di una educazione del tutto particolare data la loro unicità. I modelli didattici dell’Apprendimento Capovolto e dell’Apprendimento Capovolto individuale stimolano i discenti a volere imparare più contenuti ed in maniera più approfondita, all’interno di un ambiente interattivo e ricco di relazioni, che permette loro di avere successo nell’apprendimento.
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