PERSONALIZZARE IL METODO - APPRENDIMENTO CAPOVOLTO

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PERSONALIZZARE IL METODO

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Tolti i 5-10 minuti per la quotidiana gestione burocratica della lezione (appello, entrate, uscite, compiti da assegnare), nel metodo tradizionale la lezione è per la gran parte (fino al 50% del tempo) incentrata sulla esposizione di nuovi contenuti e, se si escludono i giorni dedicati ai compiti in classe, ogni giorno il docente procede con la spiegazione di una nuova porzione del programma. Si ricava un po’ di tempo per interrogazioni e controllo dei compiti a casa e per il chiarimento di problematiche e incomprensioni connesse (di solito il 20% del tempo). Non è molto quindi il tempo che rimane per attività collaborative, laboratori di approfondimento e altre tecniche di apprendimento attivo (intorno al 15%).
Nell’Apprendimento capovolto il ribaltamento del tempo consiste nello spostare a casa i momenti di istruzione che richiedono un’interattività limitata e che possono essere affrontati attraverso lo studio in autonomia.

Nella classe capovolta, la lezione comincia con una rapida (10% del tempo) sessione di domande e risposte sulla video-lezione del docente o sugli altri materiali didattici digitali previsti per la fruizione a casa. I discenti, dopo aver lavorato per conto loro e preso appunti, fatto schemi, stoppato e fatto ripartire il video tutte le volte necessarie a padroneggiare l’argomento, sono chiamati una volta tornati in aula a porre domande. È un effetto collaterale positivo che la lezione susciti domande negli studenti: le domande aiutano i discenti a chiarire i dubbi emersi e il docente a capire se ci sono delle pecche nel materiale fornito e come modificarlo per renderlo più chiaro ed efficace. Tutto il tempo rimanente (oltre l’80%) è dedicato a mettere alla prova quanto appreso attraverso laboratori, attività di ricerca, attività di problem solving e/o test (sul modello di quelli che verranno affrontati nelle verifiche) che vengono svolti in aula sotto la guida del docente, che può intervenire con feedback, quanto mai efficaci perché forniti nel momento in cui sono più utili.
A parte queste indicazioni di massima e il fatto che la trasmissione dei contenuti venga spostata dall’aula a casa, mentre i compiti, la riflessione, la pratica, la sperimentazione, l’approfondimento passano da casa all’aula e vengono svolti in gruppi sotto la guida del docente, in realtà non esiste una tipologia univoca di classe capovolta. Non esiste un’unica ricetta per realizzare il metodo dell’Apprendimento Capovolto.

Ogni docente deve adattare questo metodo (al pari di qualunque altro metodo o strategia di insegnamento) alle esigenze della classe e alle caratteristiche e peculiarità della materia che sta insegnando. Potrà applicarlo all’intero programma della materia o solo a una parte di questo. Le lezioni da visionare a casa possono rappresentare il primo approccio del discente a un nuovo argomento o viceversa l’approfondimento di un tema o un segmento didattico già trattato. La professionalità del docente permetterà di decidere, di volta in volta, in base alla classe reale che si ha davanti, agli obiettivi che ci si prefigge, alle competenze che si vogliono costruire e ai contenuti che si sono selezionati, quale sia la strategia migliore per elaborare il percorso di apprendimento ottimale.

Sul piano operativo, l’insegnante è chiamato a creare o ricercare e selezionare i diversi materiali didattici digitali su cui far studiare gli allievi a casa, mentre in classe animerà la discussione e programmerà esperienze di apprendimento attivo.
Per la trasmissione delle informazioni e dei contenuti a casa il docente potrà scegliere il mix di risorse didattiche digitali che riterrà più efficaci per l’apprendimento, in base al tipo di argomento e alla disponibilità delle stesse (né il reperimento, né la creazione sono facilissimi). Qualunque risorsa digitale si utilizzi per capovolgere la classe, di sicuro il metodo ha l’enorme vantaggio di parlare il linguaggio dei discenti, soprattutto i più giovani: utilizza gli strumenti digitali e le tecnologie che gli studenti sono abituati ad usare nella loro quotidianità extrascolastica.
Potrà trattarsi di documenti, podcast, video, presentazioni (Power Point, Prezi), tutorial etc. . Il docente creerà quindi un ambiente virtuale per l’apprendimento, una piattaforma dedicata, oppure un sito web/repository per assicurare la massima fruibilità e la disponibilità in ogni momento di tutte le lezioni capovolte, i materiali didattici integrativi/sostitutivi del libro di testo e tutti i contenuti proposti durante le lezioni come:
video lezioni, tutorial, mini-lezioni, pillole educative, articoli etc. che introducono e spiegano gli argomenti trattati;
navigazioni guidate nel Web e ricerca delle fonti suggerite (sviluppo di capacità di utilizzo dei motori di ricerca, di controllo delle fonti per quanto riguarda l’autorevolezza, la rilevanza, l’accuratezza e l’oggettività);

mappe mentali, per ripassare gli argomenti studiati;
test con correzione immediata, per monitorare l’apprendimento e l’autovalutazione;
un e-portfolio, per condividere i progetti realizzati;
e altro ancora.

A seconda dei casi, il docente potrà scegliere di usare risorse già esistenti nel Web, oppure di creare appositamente nuove lezioni, o di riutilizzare anche modificandolo del materiale precedentemente creato. Sul web sono presenti numerosi repository di video didattici, che rappresentano una risorsa utilissima per documentarsi e per confrontarsi con altri docenti, anche in vista della non facile creazione di video su misura per la propria classe e la propria materia.
Quanto ai video reperiti in rete, va valutato quali si adattino al contesto classe in cui dovrebbero essere utilizzati, considerando prerequisiti, chiarezza, idoneità del linguaggio e del codice comunicativo usato, taglio interpretativo delle informazioni presentate, profondità dei contenuti etc. La maggior parte dei materiali si riferiscono a materie scientifiche, matematica e geometria, mentre quelli che si riferiscono alle materie umanistiche sono in numero minore e ripropongono, spesso, la struttura dei PowerPoint.
Non tutti gli argomenti si adattano a essere trasmessi tramite video che riproducono fedelmente la modalità della lezione frontale: i video possono essere concepiti nel modo più vario a seconda dei casi, utilizzando strumenti di screencasting versatili (non ultime alcune App sull’iPad), si possono soddisfare diverse esigenze e individuare le strategie che meglio si adattano agli obiettivi didattici da raggiungere.
Ciascuna lezione digitale da fruire a casa dovrà essere strutturata come segue:
si aprirà con una premessa all’argomento;
indicherà con chiarezza quali sono i prerequisiti e le conoscenza pregresse necessarie alla comprensione;
espliciterà gli obiettivi di apprendimento che si intende raggiungere;
conterrà gli apprendimenti base e avanzati della materia, ma anche le procedure e ogni altra informazione utile (anche sotto forma di link ad altre risorse);
comunicherà con chiarezza, sistematicità e gradualità e possibilmente in modo coinvolgente;
svilupperà ulteriore conoscenza;
prevedrà l’autoverifica delle conoscenze.

È molto importante insegnare preventivamente agli studenti ad essere proattivi durante la visualizzazione dei video assegnati: mettere in pausa e riavviare il video tutte le volte che serve, prendere appunti, appuntare domande;
la lezione è sempre disponibile e può sempre essere rivista da tutti per una maggiore comprensione dei concetti presentati. In questo modo gli studenti possono ottenere una formazione personalizzata e, nello stesso tempo, assumersi la responsabilità del proprio apprendimento.

Il fatto che un discente non guardi il video a casa rappresenta una criticità che difficilmente si ripete, in quanto l’allievo avrà difficoltà ad orientarsi e seguire durante l’attività di gruppo. L’allievo, dopo aver sperimentato il disagio, eviterà di ritrovarsi in questa situazione, che compromette anche l’attività del gruppo.
La fase di lavoro in aula potrà, a seconda delle esigenze della classe e della materia, essere una fase di discussione, ampliamento e approfondimento dei significati attraverso attività di tipo laboratoriale.



 
 
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