Lo studente non si applica o è la didattica che non fa per lui? Sono trascorsi decenni di ricerche e sperimentazioni in tutto il mondo per lanciare metodi di insegnamento centrati sullo studente, per un apprendimento attivo, collaborativo e personalizzato, ma il modello prevalente di didattica in aula è ancora quello della lezione frontale, modello ottocentesco. Le vecchie dinamiche di insegnamento in cui il docente (lamentando di avere meno ore di quante la sua materia meriterebbe) tiene le lezioni sul programma e il discente deve seguirlo, per poi affrontare da solo compiti a casa, compiti in classe ed interrogazioni, sono ancora molto diffuse, sia nelle scuole, sia nei più diversificati contesti in cui si attua la formazione aziendale.
Ma nonostante le resistenze al cambiamento, moltissimi docenti si rendono conto dell’inefficacia di un sistema che pone la performance del docente al centro dell’aula e relega lo studente al ruolo (comodo per alcuni, noioso per altri, ma per tutti inefficace) di "ricevente" e della necessità di cambiare metodo. Oggi è possibile migliorare la qualità della didattica face-to-face e valorizzare i momenti in cui la compresenza fisica dei soggetti dell’apprendimento (docente ed allievi) può generare un maggiore valore aggiunto, attraverso la conoscenza, lo scambio ed il sostegno reciproci. Le nuove tecnologie, infatti, e la sempre più ampia disponibilità di materiali didattici online, anche gratuiti, rendono possibile, in tutti i variopinti contesti didattici, sperimentare metodologie innovative come l’Apprendimento Capovolto (Flipped Learning) in cui le dinamiche didattiche in aula sono basate su un’elevata interattività, sia con il docente, sia tra pari.
L'Apprendimento Capovolto inverte la metodologia di insegnamento frontale tradizionale, trasferendo in azienda quanto normalmente viene appreso in aula, e cioè le lezioni che illustrano i concetti e spiegano i contenuti irrinunciabili del programma di una certa materia.
Condizione indispensabile per l’attuazione del metodo, quindi è che tutti (o parte de) i contenuti di una certa materia diventino una libreria di materiali didattici in formato digitale, fruibili direttamente a casa e in azienda di solito on line (ma come vedremo sono possibili diversi supporti alternativi). In questo modo, in aula si libera tempo e si crea spazio per mettere in pratica quanto appreso, attraverso tutta una serie di dinamiche interattive, comunicative, collaborative, che coinvolgono il discente: costui è chiamato (e motivato) a porre domande significative di chiarimento e approfondimento sul materiale didattico studiato a casa ed a consolidare e sviluppare la sua conoscenza, lavorando attivamente, sia individualmente che in gruppo.
Oltre all’obiettivo più generale di valorizzare i momenti in compresenza per sostenere con maggiore efficacia gli studenti nel percorso di apprendimento, l’Apprendimento Capovolto permette nei singoli specifici casi di superare uno degli ostacoli più problematici delle attività di gruppo, che risiede nel gestire l’eterogeneità e trasformare la complessità e l'unicità di ciascun elemento del gruppo in una risorsa. L’Apprendimento Capovolto sempre grazie al ruolo centrale delle attività peer-to-peer, che bene si prestano all’attuazione di processi di diversificazione, come ad esempio mini-lezioni in piccoli gruppi o spiegazioni individuali, rende praticabili strategie didattiche diversificate sulla base dei diversi e dinamici "stili" di apprendimento, ovvero dei differenti approcci all’apprendimento preferiti dalle singole persone, dal momento che ciascuno ha "il suo modo tipico e stabile di percepire, elaborare, immagazzinare e recuperare le informazioni" (Mariani, 2000). Gli stili derivano dalla combinazione di: diverse preferenze ambientali come i "luoghi" e i "tempi" dell'apprendimento; diverse modalità sensoriali spesso sintetizzate in visiva, uditiva, cinestetica; diversi stili cognitivi (come le opposizioni analitico/globale, visuale/verbale, sistematico/intuitivo, riflessivo/impulsivo) che sfumano nei tratti socio-affettivi (come l'introversione e l'estroversione). Oltre alla maggiore efficacia di un’esperienza di aula interattiva e diversificata/personalizzata rispetto alla didattica frontale, l’Apprendimento Capovolto permette di sviluppare l’autonomia del discente, la sua capacità di autovalutazione, ma soprattutto la sua motivazione ad uno studio assiduo dei contenuti. Infatti coloro che non vedono le video-lezioni o non studiano il materiale didattico digitalizzato fornito dal docente per il lavoro a casa, si sentono marginalizzati e si ritrovano nell’impossibilità di partecipare alle attività (stimolanti, interessanti, coinvolgenti) che vengono organizzate in aula, come le discussioni, i dibattiti, le ricerche, i laboratori, le attività di gruppo, le simulazioni, le prove pratiche etc.
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