Sia l’educazione scolastica sia la formazione del personale in azienda sono chiamate ad adattarsi a un mondo del lavoro in continua e rapida evoluzione e risulta quanto mai vincente un approccio didattico ispirato al saper fare e alla collaborazione. Parole chiave sono: cambiare, sperimentare, aiutare i discenti ad apprendere realmente. Le basse performance di apprendimento non di rado derivano dall’uso di metodi di insegnamento che relegano i discenti a subire noiose lezioni teoriche. In tutte le discipline, anche nelle più teoriche, che tradizionalmente sono quelle che ricorrono maggiormente all’utilizzo della tecnica espositiva nella didattica, è possibile ed auspicabile, al fine di ottimizzare l’apprendimento, arricchire i metodi didattici di tecniche che coinvolgano attivamente il discente e gli offrano occasioni di mettere a frutto in modo più concreto quanto appreso in linea teorica.
È bene che i discenti siano coinvolti attivamente nel sapere e che:
riflettano sulle idee e su come stanno usando quelle idee;
valutino regolarmente il loro proprio grado di comprensione e di abilità di maneggiare concetti o problemi in una certa disciplina;
partecipino al raggiungimento della conoscenza e siano coinvolti mentalmente e se utile anche fisicamente;
ma soprattutto abbiano come obiettivo la soluzione di problemi concreti della vita quotidiana, che servano da terreno in cui esplorare i diversi saperi al di la dei confini delle singole discipline.
Le tecniche attive, ossia le attività procedurali che coinvolgono attivamente lo studente nel processo di apprendimento, permettono di:
sviluppare e consolidare processi di apprendimento diversificati e autonomi, che si basano non solo sull’ascolto e la ricezione di istruzioni su un argomento, ma anche sulla scoperta, sull’azione pratica, sulla soluzione di problemi etc.;
garantire un’offerta formativa diversificata e se si vuole anche individualizzata, dal momento che l’allievo che non impara con un metodo ha la possibilità di imparare con un altro che si adatta meglio al suo stile di apprendimento;
sviluppare l’interesse, il coinvolgimento e la motivazione degli studenti, ingredienti essenziali per l’apprendimento, è bene cambiare pratica di frequente, perché a lungo andare ogni metodo finisce per risultare noioso, soprattutto per i giovani.
L’Apprendimento Capovolto, spostando il trasferimento dei contenuti della materia a casa grazie alle nuove tecnologie digitali, libera tempo in aula per diversificare la metodologia di insegnamento, arricchire la conoscenza e coinvolgere i discenti in attività che moltiplicano le interazioni collaborative. Il metodo è estremamente flessibile e bene si adatta a tutte le discipline e a tutti i tipi di aula per discenti di qualunque età. Non esiste la classe capovolta, non esiste un unico modo di fare formazione capovolta. Ne esistono tanti quante sono le discipline, i docenti e le aule che lo attuano.
L’adozione del metodo comporta la preparazione di materiali didattici digitali (spesso video-lezioni originali create dal docente) contenenti gli argomenti da apprendere presentati in modo efficace ed attraente per i discenti. Succede non di rado che anche i genitori vengano attratti e coinvolti dalle video-lezioni e si ritrovino a imparare a loro volta e ad interagire con i figli sull’argomento in oggetto, aiutandoli a risolvere eventuali problemi. Il metodo inoltre rende la classe trasparente: in un’epoca di sfiducia nei confronti dei sistemi educativi da parte della comunità, capovolgere la classe permette ai genitori di vedere il lavoro svolto e valutare la scuola. Condizione necessaria e sufficiente alla realizzazione del metodo è che i discenti abbiano a casa un computer con accesso ad internet, nel caso in cui i materiali didattici da fruire siano pubblicati on-line.
Ma per superare il digital divide, esistono molte soluzioni alternative, che rendono possibile l’attuazione del metodo praticamente sempre ed ovunque. Ad esempio chi non ha a disposizione un collegamento internet, può salvare il materiale didattico dal computer della scuola su una chiavetta, oppure sul proprio dispositivo mobile, o in mancanza di ciò e in assenza di un computer a casa, il materiale può essere pubblicato su un supporto dvd e può essere sufficiente possedere a casa un lettore dvd.
|
|